Il capitale proprio di un’azienda, dal punto di vista contabile, è la differenza fra il complesso delle attività e il complesso delle passività che figurano in bilancio. Esso è quindi una misura assai importante della solidità finanziaria dell’azienda e come tale viene attentamente considerato da chi si accinge a finanziarla, oppure a investire nelle sue azioni. Un capitale troppo scarso è un indice negativo, ma anche un capitale sproporzionatamente grande lo è, in quanto è un sintomo di scarsa efficienza finanziaria. Vediamo più da vicino che cos’è il capitale proprio dell’azienda e come figura nel suo bilancio, quando l’azienda è impresa individuale, quando è società di persone e quando è società di capitali.
Indice
Cos’è il capitale proprio
L’azienda appartiene sempre a qualcuno, sia esso un singolo proprietario oppure una moltitudine di azionisti, piccoli e grandi. Più precisamente, questi hanno diritto a ciò che resta delle attività dell’azienda, dedotte le passività (che, come abbiamo visto, sono gli obblighi che l’azienda ha verso terzi). Ricordiamo infatti l’equazione fondamentale della contabilità
Attività = Passività + Capitale
ovvero
Attività — Passività = Capitale
Attenzione a non confondere il capitale con il “valore” effettivo dell’azienda. Questa può benissimo, per esempio, avere un capitale di 500 mila euro e valere, a prezzi di mercato, 5 milioni di euro. Per convincercene, basta considerare la registrazione in bilancio dei terreni. Tale registrazione si fa al costo storico, valore che può risultare di molto inferiore al valore di mercato, specie se sono trascorsi molti anni dall’acquisto.
Il capitale proprio nelle diverse forme giuridiche di azienda
Il capitale deriva principalmente da due fonti: gli investimenti e gli utili. La contabilità registra l’investimento iniziale e le sue variazioni, in aumento o in diminuzione, secondo il seguente schema
L’impresa individuale
L’impresa individuale è, come dice il nome, proprietà di una sola persona che ne risponde direttamente. Proprio la responsabilità illimitata del proprietario (che risponde, appunto, dei debiti dell’impresa con il proprio patrimonio personale) costituisce uno dei maggiori svantaggi di questa forma d’impresa. Tra i vantaggi possiamo ricordare il completo controllo che il proprietario ha sulla gestione dell’impresa e, ovviamente, il suo diritto a incassare tutti gli utili. Le formalità burocratiche per l’avviamento e la conduzione dell’impresa sono ridotte al minimo (occorre naturalmente ottemperare agli obblighi fiscali e previdenziali, oltre ad iscriversi nel registro delle imprese). Il proprietario registra i movimenti del capitale in un apposito conto che figura, in genere, in una sezione del bilancio.
La società di persone
La società di persone è formata con il concorso di almeno due soci. Per essa valgono considerazioni analoghe a quelle appena fatte per l’impresa individuale. In particolare i soci rispondono personalmente dei debiti della società. È opportuno costituire questo tipo di società con la consulenza di un esperto legale, per definire con chiarezza e senza possibilità di equivoci la forma e l’entità del contributo dei singoli soci, i criteri di ripartizione degli utili, le modalità di ritiro, le modalità di liquidazione e così via. Un socio può conferire alla società:
-Denaro o altri beni, nuovi o usati, pagati o non pagati.
-La propria capacità personale (nella vendita, nella progettazione, nella ricerca e sviluppo, nella gestione, ecc.)
-Il proprio tempo.
Come si vede, i contributi possono essere molto diversi da socio a socio. La ripartizione degli utili potrà quindi non essere solo una semplice suddivisione in parti uguali. Piuttosto, la si regolerà secondo i singoli apporti di capitale, di capacità, di tempo.
La società di capitali
La società di capitali ha figura giuridica distinta da quella dei proprietari. Essa, con i suoi rappresentanti legali, risponde di tutto quanto consegue dalla sua attività. | proprietari rispondono solo con la quota del capitale versato. La società di capitali paga imposte e tasse direttamente. Questa forma societaria è particolarmente adatta alle attività su grande scala, perché consente l’apporto di un grande numero di persone, in genere attraverso la partecipazione azionaria (con l’emissione di nuove azioni o la compravendita delle azioni esistenti). Questi azionisti rispondono unicamente con il loro investimento: i creditori della società potranno quindi rivalersi solo sulle attività che essa possiede, e non sui beni dei singoli azionisti. Il capitale è costituito dall’investimento degli azionisti, più le riserve formate con gli utili non distribuiti.
Le società per azioni
La società per azioni è la forma più diffusa di società di capitali. Esistono le azioni ordinarie (con diritto di voto nelle assemblee ordinarie) e le azioni privilegiate (senza diritto di votò nelle assemblee ordinarie, ma con la precedenza nella distribuzione dei dividendi, entro determinati limiti, e nell’eventuale liquidazione, rispetto alle azioni ordinarie). La sezione dedicata al capitale, nel bilancio societario, distingue le azioni dell’uno e dell’altro tipo. Essa presenta, separatamente, anche le azioni che la società ha riacquistato e non ha annullato (le cosiddette “azioni proprie”): tali azioni non ricevono dividendi e non hanno diritto di voto. Le decisioni sul capitale sono prese dall’assemblea dei soci, nel rispetto delle leggi e dei regolamenti vigenti (specie per le società quotate in Borsa) e sotto la sorveglianza dei competenti organi dello Stato.
Sovrapprezzo o sconto di emissione
Le azioni possono essere vendute al valore nominale, oppure sopra la pari, cioè con un sovrapprezzo, 0 invece sotto la pari, cioè con una riduzione. Nel caso di sovrapprezzo, o di riduzione del prezzo, si registrano separatamente le differenze (nel caso di sovrapprezzo queste vanno ad aumentare il capitale, nel caso della riduzione di prezzo vanno a diminuirlo).
Utili non distribuiti
Gli utili di esercizio, dedotte le imposte, possono essere distribuiti, in tutto o in parte, come dividendi. Per la parte non distribuita essi vengono accantonati in fondi a destinazione specifica, per esempio “Svalutazione crediti” oppure “Acquisto nuove attrezzature”, oppure assegnati alla riserva. Questi fondi non corrispondono a somme di denaro messe fisicamente da parte, ma a determinate destinazioni di impiego per tali somme. La riserva degli utili non distribuiti varia in genere ogni anno, per l’apporto di una parte di utili non distribuiti, per la copertura di eventuali perdite di esercizio, per la distribuzione di dividendi straordinari, e così via.
Riepilogo
Il capitale è quanto spetta ai proprietari, come differenza fra le attività e le passività di bilancio. Esso è determinato dagli apporti e dagli utili non distribuiti.
I movimenti del capitale sono, naturalmente, registrati in un apposito conto e vengono presentati nel conto economico, o in un documento a cui esso fa riferimento. La natura giuridica dell’impresa è importante, per quanto riguarda la responsabilità dei proprietari. Nelle società di persone i soci sono responsabili con il proprio patrimonio personale, nelle società di capitali essi rispondono invece solo con il capitale investito. Nelle società per azioni (la forma più diffusa di società di capitali) si distinguono le azioni ordinarie, le azioni privilegiate, le azioni proprie riacquistate (indicate a parte, in detrazione al capitale), le riserve da utili non distribuiti.