Il warrant è uno strumento finanziario derivato, rappresentato da un “buono” che attribuisce ai sottoscrittori il diritto e non l’obbligo all’acquisto (call warrant), o alla vendita (put warrant) di una determinata attività finanziaria o reale (underlying), entro una data di scadenza (warrant americano), o in una specifica data (warrant europeo), in quantità (valore nominale) e ad un prezzo (strike price) prefissati. In altre parole si tratta di un titolo, in particolare di un certificato al portatore, il cui contenuto finanziario è quello di un’opzione cartolarizzata, cioè immessa in un titolo negoziabile ufficialmente quotato che attribuisce il diritto e non l’obbligo di acquistare o vendere consentendo di predeterminare la perdita massima (pari, nella peggiore delle ipotesi, al premio pagato per l’acquisto del warrant) e mantenendo la possibilità di rendimenti potenzialmente illimitati. Il warrant, al pari con un’opzione, non è un contratto simmetrico in cui le controparti si impegnano ad eseguire a scadenza le condizioni definite nel contratto stesso, esso offre un diritto ad una controparte ed implica l’adempimento di un obbligo per l’altra, per tale motivo chi acquista un warrant deve versare un premio per acquisire il diritto all’esercizio di tale strumento finanziario. Inoltre il warrant, come per l’opzione, in caso di andamento sfavorevole del mercato, la massima perdita che può subire è pari al premio pagato. Tuttavia queste due caratteristiche sono le uniche che lo accomunano ad un’opzione, dalla quale il warrant si differenzia per la sua natura di titolo e non di contratto, per una maggiore durata, per la mancanza di un sistema di margini di garanzia, per un valore nominale più basso. I primi warrant comparsi sui mercati finanziari furono immessi da società quotate al fine di raccogliere capitale; questi warrant, tuttora esistenti, danno diritto all’acquisto di azioni della società emittente stessa e vengono lanciati contemporaneamente a prestiti obbligazionari, aumenti di capitale oppure tramite emissioni isolate. Successivamente la ricerca da parte degli investitori di nuovi prodotti con caratteristiche diverse ed innovative spinsero le banche a creare un nuovo mercato. Prima vennero creati prodotti che erano il risultato di modifiche di warrant già esistenti emessi da società quotate sui propri titoli: venivano rinominati i warrant in valute estere o con date di esercizio diverse (covered warrant, i quali non danno origine ad azioni ma permettono di scommettere al rialzo o al ribasso su un determinato parametro). Poi, alla fine degli anni 80, furono organizzati, nel mercato tedesco e svizzero, delle emissioni di warrant ad hoc che avevano come riferimento non più singoli titoli azionari ma anche indici di borsa, valute e tassi di interesse. Da allora il mercato europeo dei covered warrant è cresciuto moltissimo fino a raggiungere gli attuali livelli di sviluppo. In Italia nel 1992 ci fu la prima emissione di covered warrant destinata agli investitori istituzionali (warrant call e put sul cambio Dollaro/Lira). L’operazione ebbe un grosso successo, l’accoglienza da parte del mercato fu superiore ad ogni aspettativa, e da allora, anche grazie alla nascita nel novembre del 1994 del Mercato Italiano dei Derivati (IDEM), il mercato dei derivati si è decisamente sviluuppato ed allargato anche agli investitori individuali. In seguito al recepimento da parte della Consob dei nuovi regolamenti della Borsa Italiana SPA, è oggi possibile quotare i covered warrant al listino ufficiale della Borsa di Milano, tali warrant sono, infatti, negoziabili sull’MTA (Mercato Telematico Azionario) dove gli scambi avvengono per via telematica con maggiore facilità di accesso allo strumento sia da parte degli investitori, sia da parte degli intermediari. Ci sono diversi tipi di warrant, ma la più importante disitnzione è quella tra warrant call e put: un warrant call da diritto e la facoltà di acquisto del titolo sottostante ad un prezzo, puntando sul rialzo, un warrant put incorpora il diritto di vendere il sottostante (underlying) alle condizioni prestabilite puntando sul ribasso. Inoltre, a seconda del momento in cui è possibile manifestare la volontà di esercitare il diritto incorporato nel warrant, si hanno warrant di tipo americano e di tipo europeo. I primi, consentono l’esercizio del diritto in qualsiasi giorno della vita del warrant, i secondi, (tipo europeo) consentono l’esercizio solo nel giorno di scadenza dello stesso. L’esercizio del warrant, cioè l’esercizio del diritto di acquistare o vendere incorporato nel warrant, può avvenire tramite la consegna fisica del sottostante (si compie una vera e propria operazione di scambio del sottostante e del controvalore in lire) oppure attraverso la liquidazione di un differenziale in €uro, pari alla differenza, se positiva, tra il valore corrente del sottostante e lo strike price (per i warrant call), viceversa per i put.
In particolare:
Lo strike price è il prezzo di esercizio, ossia il prezzo al quale si ha diritto di acquistare o vendere l’attività sottostante.
Il sottostante può essere rappresentato da un’attività finanziaria (titolo azionario, indice di borsa, titolo di Stato, tasso di cambio) oppure un bene materiale.
Il multiplo è la quantità di sottostante che il possessore del warrant ha diritto di acquistare o vendere: un multiplo 1/1 conferisce il diritto su una unità di sottostante.
Le finalità di tali strumenti finanziari sono essenzialmente due: una speculativa, non finalizzata ad esercitare il diritto relativo, ma per rivendere a breve termine il titolo ad un prezzo più alto del premio pagato, e una di copertura dei rischi derivati da un portafoglio preesistente. In particolare per quest’ultimo aspetto, chi, sottoscrivendo il warrant, acquista il diritto a ricevere in una data futura una merce, una somma di denaro in valuta straniera, o titoli, si copre dal rischio di aumento nel prezzo dell’attività sottostante, e viceversa, chi, attraverso la sottoscrizione del derivato si obbliga a consegnare (vendere) a termine l’attività sottostante, si copre dal rischio di una riduzione del prezzo del sottostante..